Dieta della terza età: tutto quello che c'è da sapere

Dieta della terza età: tutto quello che c’è da sapere

8 Maggio 2023
dr. Paolo Maria Salzotto

La dieta della terza età è un determinante delle condizioni di salute degli anziani: nutrirsi in un modo piuttosto che in un altro può davvero fare la differenza. Ecco tutto quello che c’è da sapere sulla dieta della terza età.

Con il passare degli anni, il corpo umano si modifica e, con lui, cambiano in parte le sue necessità. Innanzitutto, il metabolismo rallenta, un po’ fisiologicamente, un po’ perché si tende a essere meno attivi.

La digestione, poi, diventa meno efficiente e si rischia così di incorrere in carenze di alcuni nutrienti vitali, come la vitamina B12.

Se si considera, infine, che spesso diminuisce anche l’appetito, che subentrano difficoltà di masticazione e che molti anziani non possono contare su qualcuno che prepari i pasti per loro, si comprende bene perché, con l’avanzare dell’età, la dieta di molti non risulti adeguata a nutrire come invece dovrebbe.

Per aumentare la possibilità di godere di buona salute in terza e quarta età, allontanando il rischio di certe malattie o contrastandole attivamente (diabete, patologie cardiovascolari, osteoporosi), è essenziale riuscire a soddisfare i bisogni nutrizionali dell’organismo. Ecco allora alcuni dei suggerimenti per la dieta della terza età che reputo in assoluto più importanti per invecchiare in salute e che (aspetto di importanza non trascurabile) sono anche facili da mettere in atto.

Ecco poche semplici regole da seguire per la dieta della terza età e tutto quello che c’è da sapere:

Non mangiare né troppo, né troppo poco

Come dicevo, il dispendio energetico nel tempo si riduce e quindi non sono più necessarie tutte le calorie che servono a chi ha qualche decennio di meno. Tuttavia, nemmeno deve accadere che l’alimentazione diventi povera, altrimenti si corre il rischio di soffrire di malnutrizione e sarcopenia (la perdita di massa muscolare), due delle principali minacce della salute degli anziani.

Si deve, insomma, cercare di mantenere il peso forma e, possibilmente, anche restare tonici.

Riempi mezzo piatto di verdura e frutta

Non c’è bisogno di pesare niente. Basta ricordarsi di dividere in due metà il piatto che idealmente rappresenta il pasto. Una delle due metà deve essere destinata alla verdura e alla frutta (o solo alla verdura, meglio consumare la frutta come spuntino): questi vegetali consentono di assumere vari minerali e vitamine antiossidanti, fondamentali per un sano invecchiamento, nonché di fibra, che aiuta a rallentare l’assorbimento di zuccheri e grassi e a combattere la stitichezza.

Privilegia le proteine nobili

L’altra metà del piatto sarà invece composta per un quarto da carboidrati (pasta, riso ma integrali) e per l’altro quarto da proteine, con particolare attenzione a quelle di più elevato valore biologico, presenti in carne, pesce, uova e latticini, il cui apporto è specialmente importante in terza età.

Quando masticare, se non addirittura deglutire, dovesse rappresentare un limite, tutti gli alimenti possono essere frullati o sminuzzati.

Controllare il sodio

Non solo quello aggiunto alle pietanze con il comune sale da cucina (la saliera in tavola non andrebbe messa), ma anche il sodio presente nei cibi trasformati e confezionati, che quindi vanno consumati con attenzione: salumi e insaccati, formaggi, prodotti da forno industriali, piatti pronti, scatolame, salse

Fare il pieno

Mi riferisco all’acqua, ovviamente, riservando invece gli alcolici e le bibite industriali alle occasioni speciali. La disidratazione è un rischio reale nella terza età, perché il naturale senso della sete si affievolisce con l’età: molti degli anziani che giungono in ospedale sono disidratati.

 

Ne risentono la salute di tutto il corpo e persino le capacità cognitive. Bisogna bere regolarmente, anche se non se ne avverte lo stimolo. Vanno bene pure le bevande calde, naturalmente, come le tisane di ogni tipo.

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Dr. Paolo Maria Salzotto – Lifestyle Coach

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La cura degli altri è da sempre uno dei miei valori primari. Chi mi conosce lo sa bene.

Non è una di quelle cose che dico per sembrare una brava persona, lo dico perché voglio far capire per quale strano motivo, un uomo maturo e ragionevolmente benestante, ha deciso di abbracciare un progetto come il metodo Oxygen e di dedicare ad esso molte risorse.

Non è raro che mi dicano cose come: ma chi te lo fa fare? Stai bene, potresti stare su una spiaggia tutto l’anno a prendere il sole, sì ma mi annoierei a morte. E non è questo il punto.

Il punto è che sono un uomo e come tale sento il bisogno di impegnarmi in qualcosa, per qualcuno. Nel mio caso, sento di dovermi prendere cura degli altri. Di chi non è in grado, da solo, di prendersi cura di se stesso.

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