diete di moda, le insidie pericolose che nascondono

Diete di moda: le insidie pericolose che nascondono

15 Novembre 2023
dr. Paolo Maria Salzotto

Chetogenica, vegana, paleo, low Fodmap: vediamo una per una le insidie, talvolta pericolose, che nascondono le diete di moda.

A diete basate su studi ed evidenze sempre più solide (come la dieta chetogenica e la low Fodmap) se ne affiancano altre prive di razionale scientifico (la dieta dei gruppi sanguigni, la dieta senza muco ecc.), nonché modelli alimentari che trovano il loro fondamento soprattutto in convincimenti personali (dieta vegetariana nelle sue diverse declinazioni).

Non è questo articolo che stabilirà quale sia l’alimentazione migliore o peggiore, posto che lo si possa fare. Lo scopo semmai è segnalare come ognuna di queste diete, per le limitazioni alimentari spesso drastiche che le caratterizzano, espone al rischio di carenze di particolari nutrienti vitali, con potenziali conseguenze negative per la salute. Vediamo quali sono, una per una.

Dieta chetogenica

È una dieta ipocalorica con forte riduzione dei carboidrati a favore dei grassi, spesso utilizzata a scopo terapeutico. Diversi studi indicano come la chetogenica tenda a fornire livelli sub ottimali di molti micronutrienti, tra cui magnesio, potassio, sodio, selenio e varie vitamine del gruppo B, a causa di un aumento della loro escrezione e/o del ridotto consumo di alimenti che ne sono ricchi.

Dieta dei gruppi sanguigni

Sviluppata dal naturopata americano Peter D’Adamo e ripresa in Italia dal dottor Mozzi, si basa sulla teoria – completamente indimostrata dal punto di vista scientifico – che il gruppo sanguigno determini i cibi che si dovrebbero consumare per star bene. Gli autori hanno creato specifici elenchi di alimenti per ognuno dei 4 gruppi sanguigni (0, A, B, AB), che vanno a limitare – soprattutto per il gruppo 0 e A – anche cibi unanimemente considerati salutari. La preoccupazione è che chi segue questa dieta possa incorrere in malnutrizione, non raggiungendo un apporto sufficiente di vitamine e minerali essenziali.

Dieta low Fodmap

Si prescrive per la sindrome dell’intestino irritabile e analoghe patologie digestive ed è un regime alimentare che elimina temporaneamente una lunga serie di alimenti contenenti carboidrati di piccole dimensioni (i cosiddetti Fodmap, appunto). Si rischia di non assumere abbastanza fibra alimentare e calcio.

Dieta paleo

Si basa sulle presunte abitudini dell’uomo preistorico ed è imperniata sul consumo di verdura, frutta, semi, carne, pesce, uova e l’esclusione di latticini, cereali e legumi. Le carenze più probabili sono quella di calcio e di amido resistente, sostanza vitale per la salute del microbiota intestinale.

Dieta senza muco

Nata oltre un secolo fa con la velleità di guarire malattie incurabili, prevede l’eliminazione tutti gli alimenti che sarebbero fonte di ciò che il suo autore, Arnold Ehret, un insegnante di disegno, definiva “muco”: farine raffinate, riso brillato, latticini, carne, insaccati, pesce, uova. Come non sfuggirà, è priva di qualsivoglia fondamento scientifico. E per l’eliminazione di tali e tante categorie alimentari provoca così gravi deficit nutrizionali che ci può essere un solo commento: non fatela.

Dieta vegana e vegetariana

Esclude ogni cibo di origine animale: carne, pesce, latte e derivati, uova e persino miele. Se non condotta con grande cura e attentamente supplementata con integratori alimentari, espone al rischio di non colmare il fabbisogno di tanti nutrienti, innanzitutto vitamina B12, vitamina D, ferro, iodio, omega 3 a lunga catena (EPA e DHA), calcio, zinco e amminoacidi essenziali. Eccetto che per gli ultimi tre, anche la dieta latto-ovo-vegetariana può risultare carente di tali nutrienti.

 

Il modo più ragionevole di seguire uno di questi modelli alimentari (o altri ancora) è assicurarsi di farlo correttamente e senza rischi, facendosi assistere da un nutrizionista esperto.

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Dr. Paolo Maria Salzotto – Lifestyle Coach

 

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La cura degli altri è da sempre uno dei miei valori primari. Chi mi conosce lo sa bene.

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